Laura Minestroni, Non è come credi, Milano, Lupetti - editori di comunicazione, 2007, pp. 301, € 15,00

di Giuseppe Nava

 

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L'idea di "postmoderno", termine da tempo usato con diversi significati e in relazione a diversi fenomeni, trova tra le sue basi dei concetti (quali dispersione di valori, perdita di certezze, frammentazione dell'esistenza, ecc.) legati strettamente a comportamenti sociali e caratteristiche umane.
Caratteristiche e comportamenti che Alice Torretta riassume in sé come un modello sociologico esemplare: la protagonista del romanzo Non è come credi di Laura Minestroni è un personaggio perennemente dubbioso, insicuro e ipocondriaco; trova conforto solo nell'acquisto compulsivo e incontrollato, ricercando la soddisfazione di necessità spesso indefinibili, che solo lo stesso atto d'acquisto specifica nelle forme e nelle peculiarità di un prodotto. Un personaggio che, dopo avere elencato tutte le sostanze alimentari che evita di assumere (glutine, soia, arachidi, uova, biossidi, e altre ancora), ammette:

«Ero allergica? Può darsi. Non aveva importanza. L'importante era avere uno scopo improvvisato [...] Qualcosa per scaricare l'eccesso di ansia» (p. 36)

E ancora:

«Avevo un maledetto bisogno di sostare nei sotterranei della mia anima. [...] Soltanto così, ritirandomi dal mondo, riuscivo a sorridere col cuore. [...] Mi faceva compagnia un'idea. Oppure un pensiero, un'intuizione. Potevo incontrare il tigrotto dei Kellogg's Frosties nella credenza della cucina, oppure Mastro Lindo sotto il lavandino. Questo mi bastava. E mi riempiva di soddisfazione» (p. 15)

Questo equilibrio, per quanto effimero, viene turbato da Riccardo, un uomo conosciuto per caso su un aereo. Senza troppa convinzione, Alice cede ai suoi inviti e alla sua «aria molto per bene» (p. 7). Riccardo sostiene di essere analista finanziario per una multinazionale, di avere diverse proprietà e attività nel mondo. Parla con competenza di indici di borsa, di questioni finanziarie; viaggia ogni settimana a Parigi, Londra, Francoforte. Eppure non parla mai di sé né del proprio lavoro, è evasivo, a volte incongruente. Spinta dal desiderio di comprendere cosa egli nasconda, Alice si lascia trascinare in una relazione che definisce come «una terribile orticaria» (p. 76). La storia assume allora i contorni di un giallo atipico in cui, un po' per tenacia e un po' per fortuna, la donna arriva a scoprire che Riccardo le ha sempre e sistematicamente mentito: egli non è separato ma ancora sposato, e sua moglie vive a Parigi; la ditta per cui dice di lavorare non esiste; si guadagna da vivere partecipando come mente e attore a svariate attività finanziarie illecite. Il tutto a causa di un penoso trauma psicologico, che lo ha portato, da brillante analista finanziario quale era, ad agire nell'illegalità.
Il romanzo si incardina sui concetti di verità e menzogna. Alice è giornalista, è abituata a cercare garanzie di veridicità per quello che scrive. Ma dalle righe emerge l'idea che l'alterazione della realtà sia una pratica molto vicina al quotidiano. Se Riccardo è il caso patologico che scatena un misto di indignazione e pena per i suoi atti e per la sua condizione, Alice è il caso "normale" di una persona che, come tante, ha un continuo bisogno di conferme, sicurezze, punti d'appoggio. E che trova nell'esperienza del consumo il collante della propria personalità, in un tentativo di certificare la bontà della propria esistenza. L'illusione di qualità e benessere data dai prodotti si lega strettamente all'illusione che così sia anche la propria vita: sana, perfetta e garantita.
In questa idea si trova il vero fulcro del libro, cioè dimostrare come la vita di Alice Torretta - e quindi la nostra vita - sia profondamente e inscindibilmente legata all'acquisto, al prodotto, alle marche. In questo senso è esemplare il capitolo in cui Alice racconta la propria infanzia, segnata dall'utilizzo di questo o quell'altro giocattolo, ciascuno con un nome e un marchio di riconoscimento: il Dolce Forno, Big Jim, Skipper, i Lego, i Playmobil, le autopiste Policar. Il ricordo perde di valore in sé e viene reso "vero" dal suo legame con la firma. A tratti però - nonostante l'(auto)ironia che accompagna la narrazione - i commenti della protagonista-narratrice assumono quasi i toni di un saggio di sociologia, come quando si definisce «un'acquirente abile ed esperta» (p. 40), oppure quando afferma che «Il desiderio genera flussi di oggetti» (p. 223).
Inoltre la narrazione spesso si appesantisce per la reiterazione di una stessa cifra stilistica, un meccanismo di accumulo. Il racconto procede con frasi spezzate, nette, che si ammassano in elenchi di metafore e similitudini giustapposte:

«Una continua lotta spirituale. Un sentimento ingovernabile e paralizzante. Un'ostinata irritazione. Un misto tra mancanza d'ossigeno e angoscia. Qualcosa che assomigliava a una speranza di corto respiro. Emozione e ragione in una guerra snervante. Una raffica di conflitti interni che consumavano tutta la mia energia» (p. 76).

Forse Alice Torretta ha bisogno di raccontare nello stesso modo in cui vive, ovvero per accumulo di cose, oggetti, sensazioni, per poi rimanere ugualmente svuotata e priva di senso, in preda ad un bisogno sempre più inafferrabile. La sua "indagine" su Riccardo si accompagna ad una serie di comportamenti paradossali: da una parte gli alimenti bio e senza grassi, l'idrocolonterapia, i massaggi; dall'altra venti e più sigarette al giorno, vino e superalcolici, droghe leggere. Come un riflesso inconsapevole, ugualmente persegue la concisione, la limpidezza dell'espressione, per poi sovraccaricare il proprio racconto di immagini, parole e considerazioni.
E in virtù di questa contraddittorietà così marcatamente postmoderna, il finale del libro lascia aperta la possibilità che, nonostante tutto, Alice segua nuovamente Riccardo, tornato a cercarla, perché «siamo malati di illusioni e non vogliamo guarire» (p. 236); e ci conferma che, se non c'è speranza di una soluzione reale all'incertezza della vita, certamente si può trovare un placebo di marca.

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Giugno-dicembre 2009, n. 1-2


 

 

 

 

 

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